Libertà di espressione. Siamo contro i veti di cultura.

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L’arte e la cultura sono e siano sempre più veicoli di dialogo e di pace.
Dopo le polemiche sulla Fiera del Libro di Torino per l’ospitalità ad Israele, ecco Parigi, ecco Pechino. Verrà Francoforte.

Sembrano frutto di un’inarrestabile voglia di punire o di esercitare la legge del taglione i divieti che sono  stati proposti o avanzati in diversi ambiti culturali. Siamo appena usciti da un – per fortuna – non eseguito veto contro la presenza di Israele alla Fiera di Torino, che il curatore – Ziffer – del Salon du Livre di Parigi viene accusato di aver preferito scrittori di espressione ebraica ad altri della stessa area, ma di lingua russa e araba (oltre che yiddish, francese e inglese). Sono stati esclusi, cioè, gli autori di religione ebrea che non usano l’ebraico. Non solo, ma l’accusa si perfeziona con quella per cui sembra che lo Stato di Israele, in questa occasione parigina, ha considerato gli scrittori quali portavoce di propaganda ufficiale.

Sia La Fiera di Torino che il Salon du Livre, come si sa, sono oggetto di polemiche alimentate dal mondo arabo che chiede il boicottaggio delle due manifestazioni poiché in esse  l’invitato d’onore è lo Stato d’Israele che compie sessant’anni.

A Francoforte, la più grande kermesse editoriale europea (e forse del mondo), si è accesa altra polemica: nel 2001 l’ospite d’onore non sarà più la Finlandia, ma l’Islanda. Il mutamento sembra dovuto alla chiusura da parte della Nokia – colosso finnico economico – di una fabbrica nella Ruhr.

Nel frattempo per l’edizione del 2008 l’ospite d’onore sarà la Turchia, nel 2009 la Cina, nel 2010 l’Argentina….

Anche per le Olimpiadi di Pechino si avanzano ipotesi di boicottaggio stanti le sanguinose repressioni del popolo tibetano esercitate dai cinesi. In questo caso,  l’ambito è sportivo.

La nostra opinione è che poiché l’arte e la cultura, come lo sport, sono portatori di momenti di unione tra popoli, di messaggi di dialogo, di fratellanza, di cultura della pace, lo siano e lo possano essere in ogni occasione. E’ nostro convincimento che gli uomini dell’arte e di cultura , anziché isolare coloro che esercitano divieti e chi commette soprusi, diano voce al dialogo, esercitino il diritto al confronto in ogni occasione.

Siano messaggeri di pace: per noi la diversità di opinione è un arricchimento senza mai dimenticare che i valori della tutela del diritto all’espressione è pari alla salvaguardia e alla difesa della vita di ogni uomo.

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