Il valore del lavoro creativo

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Il lavoro creativo, per la storia e la civiltà italiane, è specificamente congeniale ai principi fondativi della Costituzione, che all’art. 1, dichiara: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”.

Il lavoro creativo è fatica. Non sempre, tuttavia, viene associato allo stato di necessità sociale dell’autore lavoratore (che è un artista) e non è da tutti riconosciuto come direttamente connesso con i processi produttivi ed economici primari. Esso viene piuttosto collegato all’idea di un “fare” piacevole allo scopo di una realizzazione personale dell’uomo/artista perseguita mediante espressione artistica. A remunerare quella fatica, a differenza di ogni altro lavoro, non è quasi mai la soddisfazione economica, ma il riconoscimento “artistico” (che a volte viene perseguito a prescindere da ogni valutazione etica).

E’ il talento (fantasia, immaginazione, ispirazione, che alcuni ritengono di provenienza divina, la molla che orienta l’autore/artista a creare opere utilizzando gli strumenti, le tecniche, i materiali che l’arte gli mette a disposizione. L’artista/autore crea e lavora principalmente per se stesso, per soddisfare le proprie aspirazioni, per dare corso alla propria ambizione.

L’impegno di lavoro dell’artista è totale:  è  lavoro che all’artista “piace” e grazie ad esso cerca la propria realizzazione mediante l’opera che crea.

In questo senso la nozione di tempo libero per l’autore/artista ha significazione diversa da quella tipica di ogni altro lavoratore. Esso infatti viene spesso scambiato per tempo morto o per tedio.

In una società democratica i lavori dell’autore/artista non sono equamente distribuiti (e non potrebbe essere diversamente) data la loro qualità, né sono purtroppo riconosciuti al pari di tutti gli altri lavori. In Italia l’attenzione ai lavori dell’espressione artistica che dovrebbe pervadere tutti, non è ugualmente presente in tutti gli strati sociali. Le opportunità maggiori per un’applicazione nelle arti è correlata con l’appartenenza alla classe sociale o al ceto culturale di provenienza, disattendendo le qualità individuali delle persone per quel che potrebbero essere, e potrebbero fare.

L’artista è comunque persona autonoma che sa prendersi cura di sé nel modo che ritiene migliore, anche quando, come avviene in Italia nell’attuale congiuntura sociale, la parte più creativa della popolazione, soprattutto la più giovane, è costretta in una condizione lavorativa senza prospettive e persino quasi senza speranza. Nel caso dell’artista incertezza e precarietà non sono fattori inusuali, purtuttavia, anche per lui l’una e l’altra non coincidono né libertà né con rischio. L’autore/artista conosce la libertà di scelta e il rischio dell’insuccesso perché caratterizzano la sua condizione permanente: nulla a che vedere con la depressione del comune lavoratore che si scoraggia, che non  fa più progetti, che deprime la sua produttività.

Il problema dell’autore/artista, in ambito sociale, è piuttosto quello per cui il riconoscimento della sua arte, la gratificazione, il successo non possono essere ritenuti dovuti  al caso o alla fortuna o essere considerati soltanto una questione personale.

Il lavoro creativo degli autori, degli artisti viventi costituisce in qualsiasi paese, ma in Italia in special modo, la cartina di tornasole per valutare come gli uomini di oggi valutino la propria capacità immaginativa di configurare i propri desideri e come progettino il futuro secondo gradi di capacità inventiva per individuare in anticipo come saranno.

Non per ultimo, ma è proprio il lavoro creativo dell’artista che può collocare al meglio, in ambito sociale, l’aspirazione dell’uomo verso la sua realizzazione espressiva, verso la felicità.

E una società democratica deve porre le condizioni per raggiungerla, senza false valutazioni di valore, introducendo il merito come sistema per combattere la devalorizzazione del lavoro, l’arbitrio , il potere del più forte o del “familiarmente” meglio messo per condizione di nascita.

Il lavoro creativo è il mezzo con cui l’autore/artista ricorda a tutti gli altri membri della società che la qualità della vita è sempre sinonimo di libertà.

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