Si avvicina la fatidica data del 9 Dicembre quando verranno ridiscusse le linee guida sulla riforma del diritto d’autore in Europa.
La Fuis esorta gli Scrittori e gli Autori di ogni genere a far sentire propria voce. Le firme fino ad ora annoverate sono oltre 5mila. Ma, a ridosso dell’importante discussione del 9 Dicembre, vi chiediamo uno sforzo in più. Bastano pochi secondi per far sentire la propria voce di scrittori. Firmate! La FUIS si batte per voi.
In occasione del recente Forum SGDL di Parigi, la FUIS e il CPE (Conseil Permanent des Ecrivains) hanno presentato il Manifesto degli Autori europei: una lettera aperta che le rappresentanze degli Scrittori rivolgono alle Autorità europee a difesa dei diritti degli scrittori, in primo luogo del Diritto d’Autore. Un diritto che per la Fuis è di primario interesse.
La lettera, rivolta direttamente alle autorità europee, vuole essere rappresentativa del pensiero degli Autori di ogni forma d’arte. Perché ciò sia plausibile, però, è necessario che Voi Autori sottoscriviate la lettera, firmandola. Solo così darete il vostro sostegno alla battaglia che la FUIS, per Voi, sta portando avanti assieme ad altre organizzazioni europee che, allo stesso modo, si battono per assicurare un futuro con maggiori possibilità per gli Autori.
Per permettervi di appoggiare la nostra istanza, la Lettera degli Scrittori è stata pubblicata – sotto forma di petizione – sul sito qui di seguito; sul quale è possibile firmare la petizione in pochi secondi:
http://www.petizioni24.com/lettera_aperta_degli_scrittori_europei
Sul sito sopra riportato è possibile leggere il testo (rintracciabile anche sul nostro sito, ndr.) e prendere atto di quanti paesi europei abbiano preso parte all’iniziativa e di quanto attivi siano gli Autori firmatari di tali paesi. Mostriamoci attivi anche noi: facciamoci sentire!
Scrittori, Artisti e Autori di ogni forma e genere d’arte e competenza, firmate! Perché i nostri diritti devono essere salvaguardati.
Firmate perché oggi i vostri diritti non sono sufficienti e perché i diritti non sono mai abbastanza.